giovedì 8 settembre 2011

HIMIZU Di S.Sion




Una volta i film post apocalittici dovevano essere di fantascienza. Ora non è più necessario, se raccontano la vita di Fukushima dopo lo tsunami e l’incidente nucleare.
Per vedere questo film bisognerà prepararsi alla sua lunghezza, alla sua violenza ed alla sua “giapponesità” (si sprecano i gesti teatrali stile cartone nipponico). Ma ne vale la pena, perché è un’interessante allegoria sui giovani giapponesi che devono pagare le colpe dei padri, dai quali sono stati privati della prospettiva di un futuro, privati addirittura della scelta tra una tranquilla vita consuetudinaria ed una fatta di eccellenza. I giovani protagonisti intorno a loro hanno solo macerie, un gruppo di evacuati sbandati che cercano di aiutarli, ed un gruppo di adulti, compresi i loro genitori, che cercano di farli fuori. Si può ancora essere degli uomini “rispettabili” oggi in Giappone? Le violenze che si vedono sul film potrebbero scoraggiarci. Ma alla fine ci viene regalata una speranza liberatoria che un po’ tocca i cuori.

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