L'attesa di un nuovo film di Star Wars;
la curiosità di ritrovarsi in un mondo immaginario tanto amato, la
curiosità per i più moderni effetti speciali; l'emozione di vedere
completata un'epopea ormai entrata nella mitologia del cinema...
E poi gli spettatori si trovarono
davanti un film lentissimo nella prima parte, con grandi attori che
recitavano al minimo sindacale, incollati su bellissimi scenari in
CGI, ma sempre incollati...un'epopea che doveva incominciare con un
grandioso cappa e spada stellare, ed invece ci parla di mercanti che
non vogliono pagare le tasse. E altro ancora. Ma soprattutto Jar Jar
Bings.
Nel 1999 Star Wars tornava al cinema
con Episodio 1 – La Minaccia Fantasma, ma, inutile forse scriverlo,
fu per lo più una delusione.
Il fan si aspettava di ritornare al
mondo di Luke e Leia, ma George Lucas aveva un progetto del tutto
diverso per la nuova trilogia. Non voleva replicare la prima, ma
raccontare la caduta di una democrazia verso la tirannia, e la caduta
di un eroe verso la vendetta e la violenza.
Il presupposto era a dir poco ottimo,
trattandosi di una serie di block buster. Peccato che, per esigenze
di marketing che guardava soprattutto ad un pubblico giovanissimo, si
infarcì il tutto di una quantità abnorme di effetti speciali e gag
idiote messe in bocca a personaggi stupidi, che andavano in contrasto
con i serissimi protagonisti. E, in rapporto a questi ultimi, c'è da
ricordare soprattutto l'incapacità di Lucas di dirigere e far
recitare a dovere il cast fantastico che si trovava tra le mani: Liam
Neeson, Ewan McGregor, Natalie Portman....
In una scena un sottomarino viene
assalito da un mostro, che viene fermato da un secondo gigantesco
mostro che lo divora. Tre minuti dopo la scena si ripete con due
creature diverse, così, giusto per spendere qualche milionata in
computer grafica. In tutto questo Neeson e McGregor rimangono freddi
come se non succedesse nulla intorno a loro. Una delle cose più
tristi di tutta la saga Lucasiana.
Eppure qualcosa da salvare c'è in
questo film delle origini. La battaglia finale su tre campi diversi
in montaggio alternato ci restituisce lo spirito di Star Wars tanto
amato. Ma soprattutto il duello con le spade laser è forse il più
bello ad essere mai stato girato. Merito al cattivissimo ed efficace
Dart Maul, ed a Neeson e McGregor, che almeno qui danno l'impressione
di divertirsi. E ci sono alcuni elementi visivi nel film che erano e
restano eccezionali, da rendere questo film un unicum rispetto a
tutti gli altri della saga. Innanzitutto i vestiti e l'acconciatura
della Regina Padme (Portman), debitori della cultura orientale,
oggetti di tanto scherno, eppure potenti nella loro follia. E poi il
caleidoscopio di colori nella città sommersa e nella battaglia
finale: se il primo Guerre Stellari era figlio del '68 ma nato negli
anni settanta, La Minaccia Fantasma ha in sé la policromia degli
anni ottanta , anche se parlava in realtà dell'ultima decade dello
scorso millennio.
Lucas ci avvertiva che le magnifiche
sorti di quegli anni post muro di Berlino, le speranze di una
crescita che non sembrava arrestarsi, la solidità di una
superpotenza, avrebbero potuto essere messe facilmente in
discussione. Così come realmente accadde. Così come ben ci
rappresentò la sua metafora nei due film successivi (e anch'essi
imperfetti).
Non era male l'idea, George, se solo
non avessi incollato gli attori sul fondale...