domenica 22 dicembre 2019

PARASITE di Bong Joon-ho

Trovare un film oggi che sappia divertire, angosciare, ed allo stesso tempo porre un ragionamento critico sulla società di oggi non è facile.
Parasite di Bong Joon-ho ci riesce, meritandosi pienamente quindi il riconoscimento della Palma d'Oro ricevuta a Cannes.
Al centro di questo film troviamo una famiglia (padre, madre, figlio e figlia) di truffatori che vive letteralmente in un sotterraneo di una periferia coreana. Riusciranno, con vari escamotage più o meno scorretti, ad inserirsi come inservienti nella casa di una ricca famiglia (i “parassiti” del titolo). Sembra una truffa riuscita, finché non vi è un colpo di scena che destabilizza la situazione, trasformando quella che fino a quel momento era una commedia politicamente scorretta in un thriller fatto di suspense e di metafora sociale.
Il regista coreano già in Snowpiercer aveva fatto una rappresentazione delle disparità sociali, in cui lotta di classe aveva una rappresentazione fantascientifica. Qui invece ritorna al mondo reale in una raffigurazione grottesca, che ci racconta come l'assenza della lotta di classe, o della giustizia sociale, porti ad altre forme di alienazione, esclusione, sfruttamento e violenza. Un duro atto di accusa verso il capitalismo, che porta a fenomeni violenti tra i sud coreani (che più sono ricchi più sembrano presi da forme depressive), non molto diversamente dai loro cugini del nord, presi in giro in una delle scene. E ci racconta come tutti siano dei sommersi: i poveri per la loro condizione sociale, i ricchi per la loro condizione psicologica.