lunedì 11 ottobre 2021

Dune- di Denis Villeneuve

 





Un pianeta ricoperto interamente di sabbia. Nobili casati che si fanno la guerra per il suo controllo. Un Impero galattico sull'orlo di una crisi. Una sostanza preziosissima che può dare sovrannaturali poteri. Un giovane destinato a diventare guida militare e religiosa di un popolo nomade e guerriero...


Questa la trama molto sintetica di Dune, film che ha attraversato la Mostra del Cinema di Venezia 2021 nei suoi giorni di apertura, e poi le sale di tutto il mondo.


Il romanzo Dune di Frank Herbert sta alla fantascienza come Il Signore degli Anelli sta al fantasy epico.

Forse l'importanza nella storia della letteratura non sarà la stessa, ma come influenza nel genere di appartenenza siamo più o meno allo stesso livello. Probabilmente, infatti, non avremo avuto Star Wars senza Dune.

E' chiaro quindi che la trasposizione di tale opera a livello cinematografico ha la sua difficoltà di base vista l'aspettativa che può creare.

Ancor di più se pensiamo che Lynch aveva già portato sul grande schermo le sabbie di questo pianeta negli anni '80(c'è stato nel frattempo anche un quasi sconosciuto serial tv, per quanto di lusso). Non fu accolto bene né da pubblico né da critica; ma nel tempo è diventato un cult, e, per come l'ho visto io, era riuscito a condensare in poco più di due ore la trama complessa del libro. E non va sottovalutato il fatto che Lynch riuscì a metterci qualcosa di suo, con un'estetica che tendeva a un barocco che enfatizzava corpi deformi (elementi comunque presenti nel libro).


Ora ci riprova quindi Denis Villeneuve, regista canadese, che si è dovuto confrontare con il precedente letterario e con il precedente cinematografico.

E' necessaria un'altra versione al cinema? Sì, se è per dare giuste dimensioni di racconto, di epicità, di spazi e grandiosità in generale alle pagine di Herbert.

E Villeneuve su tutto questo coglie nel segno. Forse il barocco Linchiano in certi momenti manca, così come la morbosità legata ai corpi. Qui è tutto più asettico, lineare. Ma è anche lo stile di Villeneuve, già espresso in altri suoi film. Qui lo applica dando un'omogeneità generale alla visione dei mondi di Dune, rendendolo un universo coerente.


Un film perfetto? Non proprio, e pure meno convincente rispetto alle altre due opere fantascientifiche di Villeneuve (Arrival e Blade Runner 2049). Ma è anche solo la prima parte di una storia, bisognerà attendere il secondo episodio (se verrà realizzato) per avere un giudizio più complessivo.

Ma intanto abbiamo potuto avere l'assaggio di due ore e mezza di una storia epica e spettacolare, in cui difficilmente si riesce a non rimanere stupiti di fronte ad alcune scene. E' fantascienza adulta, ma è anche cinema nella sua massima forma.


Un difetto, a cercarlo, sta forse in un cast fatto di troppi big, in cui Jason Mamoa e Josh Brolin sembrano interpretare Jason Mamoa e Josh Brolin, piuttosto che i loro personaggi. Molto meglio Oscar Isaac (l'iconico Duca Leto) e Rebecca Ferguson, (sebbene sia un po' giovane per interpretare la madre del protagonista). Confidiamo nei giovani protagonisti, Timothée Chalame e Zendaya, sperando che si lascino andare un po' di più nella seconda parte, anche per compensare lo stile asciutto, a volte un po' troppo, del regista.