domenica 10 novembre 2019

C'ERA UNA VOLTA AD...HOLLYWOOD Di Quentin Tarantino

Per Tarantino la Hollywood di fine anni sessanta era come il vecchio west, e gli attori da B-movie e i loro stuntman i comboy di quel mondo.
Così infatti sembrano muoversi i protagonisti interpretati da Brad Pitt (lo stunt) e Leonardo Di Caprio (la ex-star), tra set cinematografici e ranch della frontiera. E l'arrivo di Pitt al ranch occupato dalla famiglia Manson (la setta che nel '69 compì degli omicidi tra cui quello dell'attrice Sharon Tate), ha tutti gli elementi del classico arrivo dello straniero giustiziere nell'ennesimo villaggio del far west che ha qualcosa da nascondere. Parallelamente Di Caprio nella parte dell'attore in crisi sembra un cow boy decadente in un western crepuscolare.
E non è un caso se è questo l'unico genere cinematografico in cui riesce a trovare ingaggi. 



Ma nonostante queste premesse, le continue citazioni di Sergio Leone, e il fatto che sia di Tarantino, questo è uno dei film del regista americano con meno azione, se si toglie l'esplosivo ultimo atto.
Infatti, alla fine, è forse la sua opera più personale, pensato in primis per essere un sentito tributo: da una parte un omaggio ad un mondo che non c'è più, dall'altra un omaggio ad una persona che non c'è più.
Il mondo che non c'è più è proprio quella fetta di immaginario composto da cinema di serie B, fatta in USA ma anche in Italia con registi come Corbucci, e da un pezzo di televisione con telefilm classici che pocco hanno a che fare con la serialità odierna di Netflix. E la stessa categorizzazione “di serie B”è più che altro una tipica caratterizzazione classista da società capitalista, in cui anche i critici più esperti a volte ci cadono. Tarantino non ci è mai cascato (al costo pure di rivalutare a volte ciò che non può essere rivalutato), ed è così che mette sullo schermo questa ballata di un “ultimo” che fa lo stuntman, vive in un camper, e fa da assistente ad un altro ultimo, attore fallito, che ha la villa a Bel Air, ma non se la può mantenere. La villa ovviamente è uno status symbol, e lì a fianco c'è chi il successo lo vive veramente: Roman Polanski e la sua bella moglie Sharon Tate. E poche colline più in là ci sono gli invasati figli dei fiori della Famiglia Manson che predicano libero amore ma che vogliono fare esplodere la società classista e guerrafondaia. Ma Tarantino non è Tim Burton, e non è nemmeno il Todd Philips di Joker, e per i freak non ha empatia. O almeno non per questi freak, visto che i loro omicidi hanno posto metaforicamente fine ai sogni degli anni sessanta.
La persona che non c'è più è Sharon Tate, la vittima più illustre di quei omicidi. L'omaggio che le fa Tarantino vale più di un classico biopic. Grazie anche alla bravura di Margot Robbie che la interpreta, qui la Tate diventa incarnazione della bellezza e della gioia del cinema. Basti la scena in cui va a vedere la stessa pellicola da lei interpretata, con la vera Sharon sullo schermo, e la Robbie in sala per capire come questo film sia una celebrazione di questa arte e di quella donna allo stesso tempo.
Peccato che questo personaggio non incontri, se non alla fine, Pitt e Di Caprio: Tarantino ha il pallino di non rispettare mai i canoni del racconto, affascinato dalle trame parallele che si limitano a sfiorarsi (Unglorious Basterds, Pulp Fiction), e non sempre è un pregio. Ma per il resto vi sono montaggio, fotografia e colonna sonora da manuale di cinema. Guardare C'era una volta ...ad Hollywood è una gioia appagante per chi ama i film, così come era fastidiosa la visione di Hateful Height.
Per la parte della recitazione non si può che incensare i tre attori protagonisti: la già citata Margot Robbie; Leonardo Di Caprio in un già collaudato personaggio schiavo degli eccessi; ma soprattutto Brad Pitt, mai così efficace dai tempi di Fight Club.
Sulla trama non scriviamo nulla di più, per evitare problemi a chi non lo ha ancora visto. Sappiate comunque che questo è un film ambientato nello stesso universo alternativo, creato da Quentin, in cui Hitler moriva ucciso in un attacco dentro un cinema. Per cui non date nulla per scontato.