domenica 9 dicembre 2018

TEATRO: SOLA IN CASA di Dino Buzzati -regia di Mauro Avogadro -con Michela Mocchiutti

Il destino scritto sulle carte di un'esuberante chiromante bussa alla porta dello studio della donna, e si manifesta nel corpo di un assassino. Questa in sintesi è la trama del breve ma straordinario monologo “Sola in casa”, scritto da Dino Buzzati. La piece era stata creata appositamente per la grande Paola Borboni, e debuttò per la prima volta nel lontano 23 maggio 1958 a Milano. Esattamente sessant'anni dopo, la cartomante “laureata” Iris, torna sul palco incarnata da Michela Mocchiuti. L'attrice, friulana di nascita e veneta di adozione, ha già avuto modo precedentemente di confrontarsi con la dura prova del monologo grazie a “Marzia su Roma”, da lei anche scritto, nel quale profetizzava l'avvento al governo dei pentastellati. Questa volta si affida, con bravura e intensità, invece al testo del grande scrittore bellunese; testo che, apparentemente semplice, oscilla costantemente tra un tono drammatico ed uno comico. La simpatia della protagonista, travolgente tra l'enorme chioma, il decollete, e gambe rette su lunghissimi tacchi, fa da contraltare ad un set claustrofobico, in attesa di una minaccia esterna come il fortino de Il deserto dei Tartari, ma prendendo anche elementi classici del thriller. A mescolar tutte queste suggestioni contribuisce efficacemente la regia affidata a Mauro Avogadro, già collaboratore di Luca Ronconi e direttore della Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Torino, attualmente regista e docente di interpretazione presso il Piccolo di Milano. Il risultato è un testo ironico, che sa prendersi gioco anche della cosiddetta “cultura alta”, riempendo la scena di “totem”, tra un gatto chiamato come il filosofo Platone, ed un lucertolone battezzato come il drammaturgo Ibsen. Un orologio rotto pare invece prendere in giro la razionalità dell'uomo moderno. Ben più lungimiranti sapranno essere le carte della chiromante, sebbene la loro padrona pare ad un certo punto perdere fiducia in loro (poi smentita). Giocosa è anche l'ambientazione “vintage” anni cinquanta, con Tipitipititso di Caterina Valente come colonna sonora. Ma ovviamente i temi della paura e della insicurezza parlano anche ai giorni nostri, anche se sono collaterali allo scopo principale del testo di Buzzati, cioè quello di una efficacissima, estrosa, tragicomica rappresentazione della solitudine. https://www.youtube.com/watch?v=dekiU-flZlY

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